mercoledì 8 agosto 2007

citta'

cari affezionatissimi..
abbiamo per qualche giorno disertato ma eccoci di nuovo qui tra voi per un aggiornamento lampo.
il fatto e' che la nostra gitarella e' ormai agli sgoccioli, e, contrariamente ai pronostici, non abbiamo nessuna voglia ne' urgenza di tornare. anzi. almeno io rimarrei qui ancora mesi.. non ci attrae pertanto la prospettiva di passare una parte del nostro prezioso tempo cinese in un internet point.. comprensibilmente. ma insomma.. eccoci qua.. per amor vostro.. apprezzate.. apprezzate.
innanzitutto vorrei ringraziare con tutto il cuore voi, affezionatissimi lettori e commentatori... e tra voi in particolare due che hanno fatto opera molto ben gradita.
prima fra tutti silvia.. la quale ci ha, con la sua postilla, reso finalmente noto il motivo del nostro altrimenti incomprensibile ritorno forzato il 13 agosto. facciamo molti auguri a marilena e con poccio ne riparleremo piu' tardi...
secondo di poi vorrei ringraziare tato per averci messo a parte della sua estate fiorentina.. non vediamo l'ora di condividere un fantastico agosto fiorentino con tutti coloro che per un motivo o per l'altro saranno la'.. non spingete.. non spingete..
e infine un ringraziamento davvero speciale al rugio che ci ha fatto rotolare per terra dalle risate con la sua rugiaderia.. gli rispondo io perche' poccio ora non c'e'. il libro non si chiama "muli selvaggi" ma cavalli selvaggi ed e' di cormac mccarty..
ribadisco quindi la nostra data di rientro: 13 agosto a roma. 14 agosto a firenze. (sono graditissimi passaggi da fiumicino a firenze, preferibilmente in macchina, ma anche in moto, motorini, riscio' a motore, bicicletta, monopattino.. siamo ormai abituati a girare con ogni tipo di mezzi, non ci formalizzeremo..)
ma veniamo a noi. da qualche giorno siamo entrati nella fase finale del viaggio. la cosiddetta fase due. di che si tratta?
in due parole: siamo passati dal fantastico clima montanaro nelle prealpi himalayane, 27 gradi a 2800 metri (immaginate il miglior giorno di aprile a firenze) a un inferno intollerabile di smog e afa, 35 gradi all'ombra e un'umidita' relativa che si aggira tra il 200 e il 230 percento. in pratica se metti i panni a stendere asciutti dopo dieci minuti li ritrovi bagnati... un po' come stare dentro un racconto di philip dick.
e un po' di stare dentro un racconto di dick sembra davvero spesso in queste citta' cinesi. e' qualche giorno che siamo a xi'an. l'indiscussa capitale della cina antica e del turismo trash contemporaneo. ma non voglio entrare in polemica con i circuiti del turismo di massa, so che ci sono degli agguerriti sostenitori e non vorrei urtare la loro sensibilita'. dice che shanghai somiglia in tutto e per tutto all'ambientazione di blade runner (per gli intenditori "do androids dreams of electric sheeps?"), ma gia' quello che abbiamo avuto modo di vedere fin'ora e' abbastanza fantascientifico.. il contrasto fra i riscio' a pedali stracarichi di enormi sacchi di riso e gli scintillanti grattacieli delle banche e delle multinazionali, tra le facciate dei palazzi del centro, rivestite integralmente con marchi al neon e manifesti pubblicitari, e i lati posteriori degli stessi, scalcinatissimi muri decrepiti dalle cui crepe escono fumi letali e fetori nauseabondi.. il tutto immerso in questa luce surreale e in questa nebbia mista a smog (smog e' gia' misto a fog, lo so.. ma qui lo smog e' molto piu' nebbioso di quello a cui siamo abituati, e' DENSO).
insomma, l'impatto con la citta' e' stato duro. clima intollerabile e tanti, tantissimi cinesi ovunque. stavamo per perdere la speranza, stavamo gia' architettando piani di fuga, quando, su consiglio di una piccola logorroica cinesina incontrata per caso, abbiamo preso stanza in un grazioso fatiscentissimo iper-super-economico alberghetto in una periferia sfigata e trash di questa enorme citta'.

quando, alla fine della nostra lunga stremante giornata tram tram in centro, ci dirigiamo in autobus alla volta del nostro sobborgo, nonostante il delirio e il caldo nauseabondo che regnano sul'affollato pubblico mezzo, i nostri volti si rilassano, gli spiriti si addolciscono, e cominciamo, ugnun per se, a pregustarci l'intensa atmosfera che ci sta per avvolgere.
nella periferia di una motropoli ci si sente subito a casa. dopo due giorni gia' abbiamo fatto conoscenza con l'albergatore, la famiglia dell'albergatore, il friggitore di focaccette alla cipolla, il venditore di cocomeri, l'enorme grassissimo e sudatissimo cuoco del piccolo ristorante dell'angolo, tutta la famiglia del suddetto cuoco, le innumerevoli commesse della pasticceria trendy appena installata poco piu' in la'... e, non appena calano le tenebre, che in periferia sono tenebre vere, violate qua e la' dai neon degli insonni commercianti di cinfrusaglie assortite, ci arrampichiamo finalmente sulla terrazza panoramica della nostra bettola (un pavimento in cemento ingombro di fili di ferro e teli di nylon) e ammiriamo estasiati e un po' perplessi il panorama che ci circonda... enormi palazzoni pieni zeppi di piccole finestrelle illuminate si stagliano su distese infinite di casette di ogni forma e dimensione, accatastate le una sulle altre in una diperata ma mai violenta gara per aggiudicarsi un po' di sole e un po' d'aria. e in queste si aprono a loro volta migliaia di finestrelle di ogni tipo e grandezza, e dentro ogni finestra si intravede uno stralcio di vita, uno sprazzo di realta'...
dietro quella tenda si intravede una famiglia a cena.. saranno dieci, dodici, chi puo' dirlo, continuano ad andare e venire bambini di tutte le eta'.. al terzo piano, invece, c'e' una stanza con il pavimento pieno di materassi... chissa' in quanti ci dormono, per ora non si vede nessuno... e lassu', a sinistra, letti a castello, stanze piene di letti a castello.. e li', guarda, una cucina che va a tutto spiano, chissa' cosa preparano e per chi.. una ragazza si lava i capelli in una bacinella e un bambino da qualche parte strilla, non vuole andare a nanna... la brulicante vita cittadina si spenge piano piano piano mentre noi la osserviamo dalla nostro osservatorio di eccezione.. le luci alle finestre sono sempre meno, e dei palazzoni all'orizzonte rimarranno tra poco solamente le sagome scure sul cielo rosso cupo della notte metropolitana...

1 commento:

Anonimo ha detto...

ahi!!
non ditemi che avrò poccio sulla coscienza!!
marilena non me lo perdonerà mai.....
però io un po' sono contenta che torniate! :) piccoli egoismi tra amici..mi mancate...